BES

 

Modulistica BES

 

PROTOCOLLO DI INCLUSIONE PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Ogni studente suona il suo strumento Non c’è niente da fare . La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia.”

da “ Diario di scuola”. Daniel Pennac 2007

A cura del Gruppo di Referenti BES

Deliberato dal Collegio Docenti il 3/09/2018

  

ANNO SCOLASTICO 2018/2019

    INDICE

  1. PREMESSA
  2. FINALITA’
  3. QUALI SONOI BES
  4. RIFERIMENTI NORMATIVI IN MATERIA DI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
  5. DESTINATARI
  6. DESCRIZIONE DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
  7. RUOLI E FUNZIONI PER L’INCLUSIONE
  8. MODELLO ORGANIZZATIVO E PROCEDURA ATTUATIVA PER L’INCLUSIONE DELL’ALUNNO CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI IN CONDIZIONE DI SVANTAGGIO
  • destinatari
  • procedura di inserimento scolastico di alunni in condizione di svantaggio
  • modalità dell’intervento didattico
  • piano didattico personalizzato per alunni stranieri
  • annotazioni

 

  1. MODELLO ORGANIZZATIVO E PROCEDURA ATTUATIVA  PER L’INCLUSIONE DELL’ALUNNO CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO E CON  ALTRI DISTURBI  EVOLUTIVI NON SPECIFICI
  • destinatari
  • procedura di inserimento scolastico di alunni con dsa e con disturbi evolutivi non specifici
  • modalità dell’intervento strumenti compensativi e misure dispensative
  • didattica delle lingue straniere
  • piano didattico personalizzato per alunni con dsa e con altri disturbi evolutivi non specifici
  • annotazioni

 

  1. VALUTAZIONE ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
  • valutazione alunni con dsa
  • esami di stato
  • valutazione alunni con altri bisogni educativi speciali
  • valutazione alunni stranieri
  • nota sullo svolgimento delle prove invalsi

 

  1. ALLEGATI
  • MODULISTICA
  • modello di rilevazione dei bisogni educativi speciali
  • modello di accettazione /rifiuto predisposizione pdp
  • modello pdp per alunni con dsa
  • modello pdp per alunni con disturbi evolutivi non specifici e/o con svantaggio
  • modello pdp alunni stranieri
  • scheda di monitoraggio pdp
  • scheda di presentazione allegato al documento del 15 maggio
  • metodologie e buone prassi
  • tabella di correlazione tra difficoltà e strumenti compensativi/dispensativi

 

1. PREMESSA

Con il seguente protocollo di accoglienza per gli  alunni con Bisogni Educativi Speciali, il Liceo Statale “Vito Capialbi” intende codificare in un’ottica di politica di condivisione e in un contesto di equità ed inclusione, le procedure, le fasi, le azioni e gli  attori  riguardanti l’accoglienza, la presa in carico e le dimissioni  degli alunni con bisogni educativi speciali al fine di garantire, nel rispetto della valorizzane delle differenze personali di cui ciascun alunno è portatore, il successo personale e formativo di ogni singolo alunno. Promuovendo forme di pluralismo didattico come risposta ai bisogni per un progetto di vita  orientato verso  traguardi formativi e nel contempo  facendo sperimentare e gustare il successo. Sul piano normativo è una guida sintetica informativa per tutti gli attori coinvolti nel processo di inclusività mentre sul piano didattico-educativo costituisce uno strumento di lavoro flessibile che intende uniformare le azioni a livello sia organizzativo che procedurale.

 

2. FINALITA’

Il protocollo è parte integrante del PTOF d’Istituto e si propone di:

  • accogliere ed accompagnare gli alunni con bisogni educativi speciali attraverso strategie ed interventi efficaci per tutto il percorso di studi;
  • favorire un clima di accoglienza, equità ed inclusione;
  • ridurre i disagi emozionali, promovendo risposte efficaci ai bisogni emersi;
  • favorire l’acquisizione di competenze che portano verso il senso dell’autoefficacia;
  • favorire il successo scolastico e formativo;
  • delineare prassi condivise all’interno dell’Istituto di carattere amministrativo e burocratico (documentazione necessaria), comunicativo e relazionale (prima conoscenza) ed educativo e didattico (assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento del Consiglio di Classe);
  • promuovere le iniziative di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglia ed Enti territoriali coinvolti ( ASP, Provincia, Regione, Enti di formazione, etc)

 

3. QUALI SONO I BES

La Direttiva ministeriale del 27 Dicembre 2012, poi recepita nella C.M.n°8 /2013 ricorda che: “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, familiari, sociali, ambientali rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.”

Alla luce   della normativa vigente   lo svantaggio scolastico non è più riferibile ad una disabilità strutturata e permanente ma può essere determinato da problematiche differenti riconducibili in un quadro complesso denominato “Bisogni educativi speciali” e così suddiviso:

  • alunni con disturbi evolutivi specifici:
  • disturbi specifici di apprendimento (DSA certificati)
  • alunni con disturbi evolutivi non specifici:
  • alunni con deficit nell’area del linguaggio
  • alunni con deficit nelle abilità non verbale
  • altre problematiche severe
  • alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD);
  • alunni con funzionamento cognitivo limite
  • alunni con svantaggio :
  • socioeconomico
  • linguistico e/o culturale
  • comportamentale/relazionale

 

4. RIFERIMENTI NORMATIVI IN MATERIA DI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Norme di carattere generale

 

DPR.n.275 dell’8 marzo 1999

 

DPR n. 122 del 22 giugno 2009

Regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni scolastiche, ai sensi dell’art. 21 della legge 15 marzo 1997 n. 59

Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge I settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169

 

 Alunni con dsa

 

Nota MIUR n. 4099/A4 del 5 ottobre 2004

Nota MIUR n. 26/A4 del 5 gennaio 2005

Nota MIUR n. 4674 del 10 maggio 2007

Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010

 

DM n.5669 del 12 luglio 2011

 

Accordo Governo-Regioni del 24 luglio 2012

Legge regionale n.10 dell’ 11 aprile 2012

Iniziative relative alla dislessia

Iniziative relative alla dislessia

Disturbi di apprendimento: indicazioni operative

Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico

Decreto attuativo della Legge n. 170/2010. Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento

Indicazioni per la diagnosi e la

certificazione dei

Disturbi specifici di apprendimento (DSA)

Disposizioni in favore dei soggetti con

disturbi specifici di apprendimento

Alunni con altra tipologia di bisogno educativo speciale

 

 

 

 

 

Nota MIUR n.6013 del 4 dicembre 2009

 

Nota MIUR n.4089 del 15 giugno 2010

 

Direttiva MIUR del 27 dicembre del 2012

 

 

CM n.8 del 6 marzo 2013

 

Nota MIUR n.1551 del 27 giugno 2013

 

Nota MIUR n.2563 del 22 novembre 2013

Problematiche collegate alla presenza nelle classi di alunni affetti da sindrome ADHD (deficit di attenzione/iperattività)

 Disturbo di deficit di attenzione ed iperattività;

 

Strumenti d’intervento  per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione

 

Strumenti d’intervento  per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione-indicazioni operative

Piano annuale per l’inclusività

 

Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali-a.s.2013/2014-chiarimenti

Alunni stranieri

 

 

DPR N.394  del 31 agosto 1999

 

 

 

 

CM n.24 del 1 marzo 2006

 

 

 

Nota MIUR n.4233 del 19 febbraio 2014

 

Nota MIUR n.5535 del 9 settembre2015

Regolamento recante norme di attuazione del TU delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell’art.1,c.6,del D.lg.vo 25/07/1998, n.286

Trasmissione  delle “linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri 2006”

 

Trasmissione  delle “linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri 2014”

Trasmissione del documento ”diversi da chi?” raccomandazioni per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura”

 

  

5. DESTINATARI

Chi sono gli studenti con bisogni educativi speciali

  Le diverse tipologie di BES

Disturbi Evolutivi Specifici

 

DSA certificati(legge 170/2010

Certificazione da aggiornare al termine di ogni ciclo scolastico

Disturbi Evolutivi Non Specifici

 

Deficit nell’area del linguaggio

Diagnosi

Deficit nelle aree non verbali

Diagnosi

Altre problematiche severe

Diagnosi

ADHD/DOP

Diagnosi

Funzionamento cognitivo limite (bordeline)

Diagnosi

 Area Dello svantaggio

 

Socio-economico

Altra documentazione

Linguistico-culturale

Altra documentazione

Comportamentale/relazionale

Altra documentazione

 

Annotazioni:

per “certificazione” s’intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge (es Legge 170/2010);

per “diagnosi” s’intende invece, un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie”.

 

6. DESCRIZIONE DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI

Definizione

Caratteristiche

Disturbi specifici di apprendimento –DSA

I Disturbi Specifici di apprendimento sono disturbi funzionali di origine neurobiologica che interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico (l’abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli) in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica. Questi disturbi non possono essere risolti, ma solamente ridotti: posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, infatti, il discente può raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti, sviluppando anche stili di apprendimento specifici, volti a compensare le proprie difficoltà. Tra  i DSA si distinguono:

 

-    la dislessia: disturbo settoriale dell’abilità di lettura che consiste nella mancata o erronea traduzione del codice scritto, che si manifesta attraverso una minore concretezza e rapidità della lettura a voce alta con una conseguente discomprensione del testo;

 

-   la disortografia: disturbo settoriale delle abilità ortografiche che consiste nel non riuscire a rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto, è un disordine di codifica del testo scritto dovuto ad un deficit di funzionamento delle componenti centrali del processo di scrittura;

 

 la disgrafia: disturbo settoriale della scrittura che consiste nel non riuscire a produrre una grafia decifrabile e si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura;

 

-    la discalculia: riguarda l’abilità di calcolo, sia nella componente dell’organizzazione della cognizione numerica (intelligenza numerica basale), sia in quella delle procedure esecutive e del calcolo. Nel primo ambito, la discalculia interviene sugli elementi basali dell’abilità numerica: il subitizing (o riconoscimento immediato di piccole quantità), i meccanismi di quantificazione, la seriazione, la comparazione, le strategie di composizione e scomposizione di quantità, le strategie di calcolo a mente. Nell’ambito procedurale, invece, la discalculia rende difficoltose le procedure esecutive per lo più implicate nel calcolo scritto: la lettura e scrittura dei numeri, l’incolonnamento e il recupero dei fattori numerici e gli algoritmi del calcolo scritto vero e proprio.

 

Tali disturbi sono spesso accompagnati da:

-    disnomia: disturbo specifico del linguaggio, che consiste nella difficoltà a richiamare alla memoria la parola corretta quando è necessaria, che può incidere sulle abilità del discorso, della scrittura o di entrambe, ed è presente anche nella comunicazione sociale;

 

-   disprassia: disordine funzionale qualitativo nella esecuzione coordinata di azioni volontarie nel tempo e nello spazio in assenza di impedimenti organici o di deficit sensoriali. Si accompagna a lentezza, difficoltà negli automatismi motori rapidi, nell’integrazione sensoriale e nella grafo-motricità. La presenza di uno o più disturbi si evince dalla diagnosi redatta dallo specialista.

Disturbi Evolutivi Non Specifici

 

 

Deficit dell’area del linguaggio

 

 Fra i disturbi con specifiche problematiche nell’area del linguaggio vi sono: disturbi specifici del linguaggio, presenza di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale.

Deficit nelle aree non verbali

Fra i disturbi con specifiche problematiche nelle aree non verbali vi sono: disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, del disturbo non-verbale, di bassa intelligenza non verbale associata ad alta intelligenza verbale, qualora però queste condizioni compromettano sostanzialmente la realizzazione delle potenzialità dell’alunno.

Altre problematiche severe

 

Sono tipologie di disturbi che possono determinare  problematiche specifiche anche  in presenza di competenze intellettive nella norma e  che compromettono il percorso scolastico (come per es. un disturbo dello spettro autistico lieve, qualora non rientri nelle casistiche della legge 104).

Deficit da disturbo dell’attenzione

e dell’iperattività (ADHD)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alunni con problemi di controllo attentivo e/o dell’attività, (spesso definiti con l’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), presentano tale disturbo in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: disturbo oppositivo provocatorio; disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell'apprendimento; disturbi d'ansia; disturbi dell'umore, etc.

 

Nell’ICD10 l’ADHD è definito come Disturbo             

dell'attività e dell'attenzione (codice: F90.0

(Disturbo del deficit dell'attenzione con iperattività,

Disturbo di iperattività con deficit dell'attenzione,

Sindrome di deficit dell'attenzione con iperattività)

ed è caratterizzato da un esordio precoce,

una mancanza di perseveranza nelle attività che  

richiedono un impegno cognitivo ed una tendenza a

passare da un'attività all'altra senza completarne

alcuna, insieme ad una attività disorganizzata, mal

regolata ed eccessiva. Possono associarsi diverse

altre anomalie. I soggetti ipercinetici sono spesso

imprudenti e impulsivi, inclini agli incidenti e vanno

incontro a problemi disciplinari per infrazioni dovute a  mancanza di riflessioni piuttosto che a deliberata

disobbedienza. I loro rapporto con gli adulti sono

spesso socialmente disinibiti, con assenza della

normale cautela e riservatezza. Essi sono impopolari

presso gli altri e possono tendere ad isolarsi.

È comune una compromissione cognitiva ritardi specifici dello sviluppo motorio e del linguaggio sono sproporzionalmente frequenti. Complicazioni secondarie includono il comportamento antisociale e la scarsa autostima.

 Funzionamento cognitivo   

 limite (borderline)

 

 

Alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni di funzionamento cognitivo (intellettivo) limite (o borderline), ma anche con altre espressioni (per es. disturbo evolutivo specifico misto, codice F83) e specifiche differenziazioni - qualora non rientrino nelle previsioni delle leggi 104 o 170 - richiedono particolare considerazione. Si tratta di ragazzi il cui QI globale (quoziente intellettivo) risponde a una misura che va dai 70 agli 85 punti. Per alcuni di loro il ritardo è legato a fattori neurobiologici ed è frequentemente in comorbilità con altri disturbi. Per altri, si tratta soltanto di una forma lieve di difficoltà tale per cui, se adeguatamente sostenuti e indirizzati verso i percorsi scolastici più consoni alle loro caratteristiche, gli interessati potranno avere una vita normale.

Area dello svantaggio

 

“Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta” (Direttiva Ministeriale del       27 dicembre 2012).

La condizione di svantaggio è determinata da fattori riconducibili a tre grandi aree:

 

 socio-economica

legata ad una particolare situazione sociale

 culturale

legata a situazioni di difficoltà di inserimento in un contesto culturale diverso

linguistica

legata alla non conoscenza della lingua italiana

comportamentale/relazionale

legata a particolari situazioni personali/familiari

  

7. RUOLI E FUNZIONI PER L’INCLUSIONE

Per perseguire una politica per l’inclusione e  condividere le buone prassi il Liceo Capialbi, seguendo le indicazioni fornite dalle normative vigenti, così di seguito codifica d  ruoli e funzioni   degli attori coinvolti nel processo di inclusività.

  

RUOLI  E  FUNZIONI

Ruoli

Funzioni

Dirigente scolastico

·        garantisce il raccordo di tutti i soggetti che operano nella scuola con le realtà territoriali;

·        individua le risorse interne per rispondere alle esigenze di inclusione;

·        riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo e la condivide con i referenti BES;

·        promuove attività di formazione/aggiornamento per il conseguimento di competenze specifiche diffuse;

·        convoca e coordina il GLI;

·        sovraintende alla formazione delle classi;

Collegio docenti

·        delibera il pai;

·        approva la modulistica inerente all’ accoglienza e all’inclusività degli alunni con bes;

·        approva  i criteri di formazione delle classi;

GLI

·        predispone del Protocollo di Accoglienza e Integrazione;

·        rileva i BES presenti nella scuola;

·        raccoglie documenta gli interventi didattico-educativi;

·         propone focus/confronto sui casi, la consulenza e il supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi;

·        rileva, monitora e valuta il livello di inclusività della scuola;

·        elabora  una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da discutere e deliberare in Collegio Docenti al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno);

 

Referenti d’istituto/ bes

·        partecipano al GLI;

·        controllano la completezza della documentazione degli alunni in ingresso;

·        pianificano le attività di accoglienza sulla base delle informazioni ricevute;

·        predispongono e curano i fascicoli personali degli alunni con bes;

·        curano i rapporti con le famiglie ,le scuole di provenienza e i servizi sanitari in fase di accoglienza o ove è necessario;

·        forniscono in vista della individualizzazione e personalizzazione  della didattica ove richiesto, indicazioni in merito  alle misure dispensative e compensative;

·        curano ed aggiornano la modulistica inerente al percorso di inclusività degli alunni con BES;

·        collaborano all’individuazione di strategie inclusive;

·        offrono ove richiesto supporto ai colleghi  riguardo agli strumenti  per la didattica e per la valutazione degli apprendimenti;

·        supportano e coordinano il lavoro dei colleghi in vista delle prove INVALSI e degli ESAMI DI STATO;

Ufficio di segreteria

·        cura l’iter amministrativo procedurale secondo le istruzioni assegnate da dirigente scolastico;

·        predispone apposito fascicolo con la documentazione diagnostica ed informativa, fornita dalla famiglia;

·        trasmette in tempo utile ai referenti bes atti d’ufficio, atti normativi e/o informativi relativi ai Bisogni educativi speciali;

Il coordinatore di classe

·        si assicura che tutti i docenti, siano a conoscenza della specificità dell’alunno con bisogni educativi speciali;

·        fornisce e condivide il materiale didattico e la modulistica;

·        collabora con i colleghi e con i referenti d’istituto per l’individuazione delle misure dispensative e compensative;

·        mantiene i rapporti con la famiglia al fine di una costruttiva collaborazione;

·        cura i passaggi per tutte le fasi della elaborazione del pdp dalla stesura  alla consegna alla famiglia previa acquisizione

di un numero di protocollo;

Il docente

ogni docente ,per sé e collegialmente:

·        prende visione della documentazione  in possesso della scuola;

·        osserva e valuta l’acquisizione dei requisiti fondamentali ponendo contestualmente  attenzione ai segnali di rischio in un ‘ottica di prevenzione, 

·        mette in atto strategie di recupero;

·        attua strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo;

·        adotta misure dispensative;

·        segnala alla famiglia la persistenza delle difficoltà nonostante gli interventi di recupero posti in essere;

·        attua modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti;

Il consiglio di classe

·        individua i casi in cui si ritiene necessario pianificare un piano personalizzato;

·        esamina le informazioni ricevute dai referenti bes;

·        si confronta sulle strategie didattiche attuabili per soddisfare i bisogni educativi degli alunni;

·        crea in classe un clima di accoglienza nel rispetto reciproco delle  diversità;

·        redige il pdp con il contributo della famiglia, ne cura l’attuazione e lo monitora attraverso la verifica in itinere e finale;

La famiglia

·        chiede alle strutture sanitarie pubbliche e accreditate una valutazione diagnostica dello studente;

·        consegna alla scuola la diagnosi;

·        collabora, condivide e sottoscrive i pdp;

·        sostiene la motivazione e l’impegno del proprio figlio nell’attività didattica;

·        contatta i referenti bes in caso di necessità;

Lo studente

Ha il diritto :

·        di una chiara informazione riguardo alle strategie che possono sostenerlo ed aiutarlo nel percorso di studi (valutando caso per caso l’opportunità o meno di fornire l’informazione);

·        ricevere una didattica personalizzata nonché all’adozione di adeguati strumenti compensativi/misure dispensative;

·        essere aiutato nel percorso di consapevolezza del proprio modo di apprendere;

ha il dovere di:

·        porre un adeguato impegno nello studio;

·        proporre ai docenti le strategie di apprendimento che ha maturato autonomamente;

 

8. MODELLO ORGANIZZATIVO E PROCEDURA ATTUATIVA PER L’INCLUSIONE DELL’ALUNNO CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI IN CONDIZIONE DI SVANTAGGIO

 

8.a  DESTINATARI  : alunni in condizione di  svantaggio  (senza documentazione)

La condizione di svantaggio è determinata da fattori riconducibili a 3 grandi aree:

socio-economica

legata ad una particolare situazione sociale

culturale/ linguistica

legata a situazioni di difficoltà di inserimento in un contesto culturale diverso/ legato alla non conoscenza della lingua italiana

comportamentale/relazionale

legata a particolari situazioni personali, familiari

 

Individualizzazione degli alunni in situazione di disagio

I bisogni vanno individuati sulla base di elementi oggettivi:

  • segnalazione della famiglia supportata da riscontri idonei;
  • segnalazione dei servizi sociali e/o specialista, famiglia con idonea documentazione;
  • individuazione effettuata da C.d.C sulla base di elementi di natura psicopedagogica e didattica scaturiti da una attenta osservazione dai docenti, che tiene conto di valutazioni negative in ambito didattico, ma anche di fattori inerenti la sfera comunicativa relazionale;

 

8.b. PROCEDURA DI INSERIMENTO SCOLASTICO DI ALUNNI IN CONDIZIONE DI SVANTAGGIO

 

Fasi

Tempi

Attività

Rilevazione

Durante l’anno scolastico

ü  Il consiglio di classe rileva la presenza dell’alunno con bisogni educativi speciali  anche richiedendo  un eventuale intervento dello psicologo presente a scuola e/o l’ accertamento diagnostico e documenta la propria osservazione motivando e verbalizzando le decisioni assunte (ai sensi della C.M. sui BES del 06/03/2013;

ü  Il consiglio di classe, nella persona del coordinatore di classe, contatta la famiglia e insieme ai  referenti BES allo scopo di informarla sulle  difficoltà osservate e raccogliere eventualmente ulteriori dati;

ü  Il coordinatore di classe propone alla famiglia l’adozione di un Piano didattico personalizzato

Progettazione

Durante l’anno scolastico

-      Il coordinatore di classe, sulla base dei colloqui avuti con la famiglia, delle osservazioni degli interventi didattico-metodologici ricevuti dai docenti, redige una bozza di PDP che viene   condivsa con la famiglia e i docenti del consiglio;

-      nel primo consiglio utile, i docenti approvano il PDP e il coordinatore di classe convoca la famiglia per la firma;

-      il PDP dopo essere stato protocollato, viene consegnato alla famiglia mentre l’originale viene consegnata ai referenti BES per inserito nel fascicolo personale dell’alunno ad opera dei referenti BES;

-      nel caso in cui la famiglia si rifiuti di firmare il PDP, la scuola può procedere comunque nella personalizzazione del percorso didattico anche attraverso la formalizzazione di un apposito documento, avvisando la famiglia; (legge n.53 del 2003)

Attuazione

Durante l’anno scolastico

ciascun docente  è tenuto ad osservare con scrupolo e in  coerenza con quanto stabilito nel PDP, strategie didattiche inclusive, strumenti compensative e/o dispensative, criteri e modalità di somministrazione delle prove scritte ed orali e loro valutazione;

Valutazione

Durante gli scrutini

         nel corso degli scrutini, il coordinatore di classe       

         avrà cura di verificare, insieme al consiglio di       

         classe l’adeguatezza del PDP e ove necessario  

         procedere con eventuali modifiche dello stesso;

 

8.c. LE MODALITA’ DELL’INTERVENTO DIDATTICO

 Si precisa che per gli alunni che fanno parte di questa categoria di BES la scuola:

  • avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinché gli stessi siano messi in atto per il tempo strettamente necessario;
  • applicherà in forma transitoria strumenti compensativi e misure dispensative, in modo attinente gli aspetti didattici ritenuti necessari, privilegiando in forma maggiormente continuativa, strategie educative e didattiche personalizzate;

-terrà conto delle disposizioni in merito allo svolgimento degli esami di Stato o delle rilevazioni annuali degli apprendimenti che, verranno emanati di volta in volta, dagli organi competenti.

 

8.d.PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO  PER  STUDENTI STRANIERI

  • Il PDP per gli alunni stranieri è previsto dalla normativa vigente sui BES, può essere compilato nel caso in cui l’alunno è in situazione temporanea di svantaggio linguistico e non è in grado di seguire il percorso didattico comune alla classe.
  • Il Consiglio di classe nello stabilire la necessità di un PDP deve avvalersi dei seguenti dati:
  • informazioni raccolte sulla situazione personale e scolastica dell’alunno;
  • risultati del test linguistico o prove di materie che accertano le competenze in ingresso;
  • livello di scolarizzazione dell’alunno;
  • durata della permanenza in Italia / arrivo in Italia (NAI);
  • lingua di origine;
  • italiano L 2.

Il Consiglio di classe redige  PDP dopo aver acquisito  il consenso della famiglia;

il PDP redatto, in via eccezionale (vedi nota ministeriale del 22 novembre 2013),  è adottato per il tempo strettamente necessario al recupero.

Considerata la natura transitoria degli interventi messi in atto, i docenti danno priorità a strategie educativo-didattiche con l’uso di strumenti compensativi, rispetto alle misure dispensative. In conformità a quanto espresso nel documento, considerati i progressi linguistici compiuti dall’allievo nella valutazione effettuata in sede di scrutini, il PDP può essere eventualmente riformulato l’anno successivo, apportando le dovute modifiche. Sono valutati la progressiva acquisizione di un metodo di studio, l’impegno e la partecipazione costante. Per far sì che al termine del corso di studi l’alunno straniero ottenga un diploma equivalente a quello degli altri studenti, è consigliabile limitare il PDP alle situazioni di reale necessità, passando a una programmazione curricolare, non appena possibile. L’acquisizione della lingua adeguata allo studio è valutabile nei progressi conseguiti rispetto ai livelli di partenza.

Nella valutazione degli alunni stranieri è necessario considerare la situazione di eventuale svantaggio linguistico e rispettare i tempi di apprendimento dell’italiano come L2, prospettando il raggiungimento degli obiettivi anche a lungo termine.

In caso di alunno NAI, il Consiglio di classe può elaborare, in autonomia, un percorso personalizzato che preveda la temporanea sostituzione di alcune discipline, che presuppongono una specifica competenza linguistica, con attività di alfabetizzazione e/o consolidamento linguistico. Ne consegue che le discipline sostituite non saranno valutate per tutta la durata del percorso personalizzato programmato. Quando l’alunno raggiungerà il livello adeguato (B1), si procederà alla progressiva integrazione dei nuclei tematici delle discipline coinvolte nel processo di recupero.

Annotazioni:

- “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, familiari, sociali, ambientali rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.” (Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012);

- le situazioni di svantaggio socio-economico, culturale e comportamentale/relazionale, sono considerate nella misura in cui costituiscono un ostacolo per lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale dell’alunno generando uno scarso funzionamento adattivo, con conseguente peggioramento del sé sociale e creando situazioni di stigma;

- salvaguardia degli obiettivi di apprendimento:

- “è opportuno ribadire che, in ogni caso, tutte queste iniziative hanno lo scopo di offrire maggiori opportunità formative attraverso la flessibilità dei percorsi, non certo di abbassare i livelli di apprendimento”;

- “il Piano Didattico Personalizzato va quindi inteso come uno strumento in più per curvare la metodologia alle esigenze dell’alunno, o meglio alla sua persona, rimettendo alla esclusiva discrezionalità dei docenti la decisione in ordine alle scelte didattiche, ai percorsi da seguire ed alle modalità di valutazione”.

 

9. MODELLO ORGANIZZATIVO E PROCEDURA ATTUATIVA  PER L’INCLUSIONE DELL’ALUNNO CON  DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO E CON ALTRI DISTURBI EVOLUTIVI NON SPECIFICI

(con certificazione ,diagnosi o altra idonea documentazione ai sensi della Legge 170/2010 e seguenti)

 

9.a Destinatari:   alunni con disturbi specifici di apprendimento – dsa

alunni con disturbi evolutivi non specifici

I Disturbi Specifici di apprendimento sono disturbi funzionali di origine neurobiologica che interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico (l’abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli) in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica. Questi disturbi non possono essere risolti, ma solamente ridotti: posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, infatti, il discente può raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti, sviluppando anche stili di apprendimento specifici, volti a compensare le proprie difficoltà. Tra questi si possono distinguere:

  • la dislessia
  • la disortografia
  • la disgrafia
  • la discalculia
  • disnomia
  • disprassia

Vi può inoltre essere comorbilità

I disturbi evolutivi non specifici riguardano difficoltà di apprendimento in relazione a capacità cognitive al di sotto della media e/o a patologie di vario tipo:

  • deficit dell’area del linguaggio
  • deficit nelle aree non verbali
  • deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD)
  • funzionamento cognitivo limite (borderline)
  • altre problematiche severe

 

9.b.  PROCEDURA DI INSERIMENTO SCOLASTICO DI ALUNNI CON DSA E  CON DISTURBI EVOLUTIVI NON SPECIFICI

Fasi

Tempi

 Attività

Pre-accoglienza

 

 

Entro il termine stabilito dal MIUR

La  famiglia  procede all’iscrizione dell’alunno secondo la normativa vigente

 La  famiglia  e la  scuola di provenienza (compatibilmente con la normativa sulla privacy) dovranno  far pervenire alla scuola di accoglienza  la documentazione idonea ad attestare la situazione di BES, redatta ai sensi della normativa vigente.

Accoglienza

Settembre/ottobre

Settembre/ottobre

Il Dirigente Scolastico riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia e la acquisisce al protocollo e la condivide con i referenti BES.

Contestualmente i referenti BES creano il Fascicolo personale ed informano il coordinatore di classe della presenza dell’alunno con bisogni educativi speciali e predispongono colloqui fra coordinatore della classe, famiglia e referenti bes  per opportuna raccolta di informazioni diagnostiche, metodologiche, di studio e di pregresso scolastico. Nel primo incontro del C.d.c  il coordinatore di classe condividerà con i colleghi le informazioni riguardanti l’alunno .Verrano  condivise le osservazioni generali per la stesura del PDP.

Ogni docente  sulla base di quanto desumibile dalla documentazione, potrà:

predisporre test d’ingresso, adeguati al disturbo evidenziato dalla diagnosi;

individuare strategie e metodologie didattiche che ritiene adottare;

definire misure compensative /dispensative;

predisporre verifiche adeguate al tipo di disturbo;

Progettazione

Novembre

 

Il coordinatore di classe, sulla base dei colloqui avuti con la famiglia, delle osservazioni e degli interventi ricevuti dai docenti redige una bozza di PDP;

Nel corso del C.d.C. i docenti approvano il PDP;

Il coordinatore di classe convoca la famiglia per la condivisione e la firma del PDP che verrà protocollato

Una copia del PDP verrà consegnata alla famiglia e l’originale consegnata ai referenti BES da inserire nel fascicolo personale;

nel caso in cui la famiglia si rifiuti  di firmare il PDP ,la scuola, acquisito per iscritto   il rifiuto, può procedere comunque nella personalizzazione di un percorso didattico anche attraverso la formalizzazione  di un apposito documento avvisando la famiglia.(legge n.53/2003)

Attuazione

Durante l’anno

Durante l’anno scolastico

Ciascun docente è tenuto ad osservare in coerenza  con quanto stabilito nel PDP:

le strategie didattiche inclusive, gli strumenti compensativi e/o dispensativi, criterie modalità di somministrazione delle prove scritte ed orali e valutazione

Valutazione

 

Durante gli scrutini del primo periodo e a metà del secondo periodo

Nel corso degli scrutini, il coordinatore di classe avrà cura di verificare insieme al consiglio di classe l’adeguatezza del PDP  e ove necessario si apporteranno delle modifiche migliorative rispetto a strumenti, misure e metodologie

 

9.c.  LE MODALITA’ DELL’INTERVENTO DIDATTICO

Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici dell’apprendimento la didattica individualizzata e personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo di ogni alunno. Tra queste la Legge 170/2010 richiama l’attenzione sull’uso di strumenti compensativi, cioè strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria e sulle misure dispensative, vale a dire interventi che consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.

 

9.d. Strumenti compensativi e misure dispensative

Fermo restando che ogni studente con di DSA ha caratteristiche personali diverse e che generalizzare è spesso poco producente, si possono delineare le seguenti strategie operative:

Disturbo di lettura (dislessia)

Per uno studente con dislessia, gli strumenti compensativi sono primariamente quelli che possono trasformare un compito di lettura (reso difficoltoso dal disturbo) in un compito di ascolto. A tal fine è necessario fare acquisire allo studente competenze adeguate nell’uso degli strumenti compensativi. Si può fare qui riferimento:

  • alla presenza di una persona che legga gli items dei test, le consegne dei compiti, le tracce dei temi o i questionari con risposta a scelta multipla;
  • alla sintesi vocale, con i relativi software, anche per la lettura di testi più ampi e per una maggiore autonomia;
  • all’utilizzo di libri o vocabolari digitali.

Per l’alunno dislessico è inoltre più appropriata la proposta di nuovi contenuti attraverso il canale orale piuttosto che attraverso lo scritto, consentendo anche la registrazione delle lezioni. Si raccomanda altresì l’impiego di mappe concettuali, di schemi, e di altri mediatori didattici che possono sia facilitare la comprensione sia supportare la memorizzazione e/o il recupero delle informazioni. A questo riguardo, potrebbe essere utile raccogliere e archiviare tali mediatori didattici, anche al fine di un loro più veloce e di facile utilizzo.

In merito alle misure dispensative, lo studente con dislessia è dispensato:

  • dalla lettura a voce alta in classe;
  • dalla lettura autonoma di brani la cui lunghezza non sia compatibile con il suo livello di abilità;
  • da tutte quelle attività ove la lettura è la prestazione valutata.

In fase di verifica e di valutazione lo studente con dislessia può usufruire di tempi aggiuntivi per l’espletamento delle prove o, in alternativa e comunque nell’ambito degli obiettivi disciplinari previsti per la classe, di verifiche con minori richieste. Nella valutazione delle prove orali e in ordine alle modalità di interrogazione si dovrà tenere conto delle capacità lessicali ed espressive proprie dello studente.

Disturbi di scrittura (disgrafia e disortografia)

In merito agli strumenti compensativi, gli studenti con disgrafia o disortografia possono avere necessità di compiere una doppia lettura del testo che hanno scritto: la prima per l’autocorrezione degli errori ortografici, la seconda per la correzione degli aspetti sintattici e di organizzazione complessiva del testo.

Di conseguenza, tali studenti avranno bisogno di maggior tempo nella realizzazione dei compiti scritti. In via generale, comunque, la valutazione si soffermerà soprattutto sul contenuto disciplinare piuttosto che sulla forma ortografica e sintattica. Gli studenti in questione potranno inoltre avvalersi:

  • di mappe o di schemi nell’attività di produzione per la costruzione del testo;
  • del computer (con correttore ortografico e sintesi vocale per la rilettura) per velocizzare i tempi di scrittura e ottenere testi più corretti;
  • del registratore per prendere appunti.

Per quanto concerne le misure dispensative, oltre a tempi più lunghi per le verifiche scritte o a una quantità minore di esercizi, gli alunni con disgrafia e disortografia sono dispensati dalla valutazione della correttezza della scrittura e, anche sulla base della gravità del disturbo, possono accompagnare o integrare la prova scritta con una prova orale attinente ai medesimi contenuti.

Disturbo del calcolo (discalculia)

Riguardo alle difficoltà di apprendimento del calcolo e al loro superamento, non è raro imbattersi in studenti che sono distanti dal livello di conoscenze atteso e che presentano un’impotenza appresa, cioè un vero e proprio blocco ad apprendere sia in senso cognitivo che motivazionale. Sebbene la ricerca non abbia ancora raggiunto dei risultati consolidati sulle strategie di potenziamento dell’abilità di calcolo, si ritengono utili i seguenti principi guida:

  • gestire, anche in contesti collettivi, almeno parte degli interventi in modo individualizzato;
  • aiutare, in fase preliminare, l’alunno a superare l’impotenza guidandolo verso l’esperienza della propria competenza;
  • analizzare gli errori del singolo alunno per comprendere i processi cognitivi che sottendono all’errore stesso tramite dialogo con l’interessato;
  • pianificare in modo mirato il potenziamento dei processi cognitivi necessari.

In particolare si sottolinea come l’analisi dell’errore favorisca la gestione dell’insegnamento. L’unica classificazione degli errori consolidata nella letteratura scientifica al riguardo si riferisce al calcolo algebrico:

  • errori di recupero di fatti algebrici;
  • errori di applicazione di formule;
  • errori di applicazione di procedure;
  • errori di scelta di strategie;
  • errori visuospaziali;
  • errori di comprensione semantica.

L’analisi dell’errore consente di capire quale confusione cognitiva l’allievo abbia consolidato in memoria e scegliere, dunque, la strategia didattica più efficace per l’eliminazione dell’errore e il consolidamento della competenza.

Riguardo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative, valgono i principi generali secondo cui la calcolatrice, la tabella pitagorica, il formulario personalizzato, etc. sono di supporto, ma non di potenziamento, in quanto riducono il carico, ma non aumentano le competenze.

Didattica delle lingue straniere

Poiché la trasparenza linguistica, ossia la corrispondenza fra come una lingua si scrive e come si legge, influisce sul livello di difficoltà di apprendimento della lingua da parte degli studenti con DSA, è opportuno che la scuola, in sede di orientamento o al momento di individuare quale lingua straniera privilegiare, informi la famiglia sull’opportunità di scegliere - ove possibile - una lingua che ha una trasparenza linguistica maggiore. Analogamente, i docenti di lingue straniere terranno conto, nelle prestazioni attese e nelle modalità di insegnamento, del principio sopra indicato, anche assegnando maggiore importanza allo sviluppo delle abilità orali rispetto a quello scritte.

In merito agli strumenti compensativi, con riguardo alla lettura, gli alunni e gli studenti con DSA possono usufruire di audio-libri e di sintesi vocale con i programmi associati. La sintesi vocale può essere utilizzata sia in corso d’anno che in sede di esame di Stato. Relativamente alla scrittura, è possibile l’impiego di strumenti compensativi come il computer con correttore automatico e con dizionario digitale. Anche tali strumenti compensativi possono essere impiegati in corso d’anno e in sede di esame di Stato.

Per quanto concerne le misure dispensative, gli studenti con DSA possono usufruire:

  • di tempi aggiuntivi;
  • di una adeguata riduzione del carico di lavoro;

nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni elencate all’art. 6, comma 5 del D.M. 5669 del 12 luglio 2011, è possibile dispensare ogni studenti dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno scolastico e in sede di esami di Stato all’uopo è necessario avere:

- certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di dispensa dalle prove scritte;

- richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata dalla famiglia o dall’allievo se maggiorenne;

- approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in forma temporanea o permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle risultanze degli interventi di natura pedagogico-didattica, con particolare attenzione ai percorsi di studio in cui l’insegnamento della lingua straniera risulti caratterizzante (liceo linguistico).

In sede di esami di Stato, modalità e contenuti delle prove orali – sostitutive delle prove scritte – sono stabiliti dalle Commissioni, sulla base della documentazione fornita dai consigli di classe.

L'esonero è regolamentato dall’art. 6, comma 6 del D.M. 5669 del 12 luglio 2011: "Solo in casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l’alunno o lo studente possono – su richiesta delle famiglie e conseguente approvazione del consiglio di classe - essere esonerati dall’insegnamento delle lingue straniere e seguire un percorso didattico differenziato. In sede di esami di Stato, i candidati con DSA che hanno seguito un percorso didattico differenziato e sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano, possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art.13 del D.P.R. n.323/1998." Ai fini della corretta interpretazione delle disposizioni contenute nel DM n. 5669 del 2011, si ritiene opportuno chiarire che l’ “esonero” riguarda l’insegnamento della lingua straniera nel suo complesso, mentre la “dispensa” concerne unicamente le prestazioni in forma scritta. In relazione alle forme di valutazione, per quanto riguarda la comprensione (orale o scritta), sarà valorizzata la capacità di cogliere il senso generale del messaggio; in fase di produzione sarà dato più rilievo all’efficacia comunicativa, ossia alla capacità di farsi comprendere in modo chiaro, anche se non del tutto corretto grammaticalmente. Sulla base della gravità del disturbo, nella scuola secondaria i testi letterari in lingua straniera assumono importanza minore per l’ alunno con DSA: considerate le sue possibili difficoltà di memorizzazione, risulta conveniente insistere sul potenziamento del lessico ad alta frequenza piuttosto che focalizzarsi su parole più rare, o di registro colto, come quelle presenti nei testi letterari.

 

9.e Piano Didattico Personalizzato per alunni con  DSA e con altri disturbi evolutivi non specifici

 I modelli di PDP di riferimento sono quelli dell'Associazione Italiana Dislessia e del Ministero dell'Istruzione, adattati e personalizzati dalla nostra scuola.

Predisposizione del PDP:

In occasione del secondo C.d.C. lo stesso acquisisce ed eventualmente integra il PDP che quindi viene approvato e sottoscritto che costituirà un allegato riservato della programmazione di classe. Il PDP deve contenere e sviluppare i seguenti punti:

  • descrizione della certificazione dello studente, osservazioni sulle abilità strumentali e sulle caratteristiche del processo di apprendimento
  • misure relative alla lettura e alla scrittura
  • misure relative alla modalità di lavoro e di apprendimento
  • misure relative alle verifiche
  • strumenti compensativi concordati

Al termine di ogni periodo di valutazione (trimestre/pentamestre/valutazioni interperiodali) il Consiglio di classe verificherà la situazione didattica degli studenti con DSA, tenendo conto di regressi o progressi in sede di scrutinio. Il PDP una volta redatto deve essere consegnato alle famiglie anche per consentire l'attivazione di indispensabili sinergie tra l'azione della scuola, l'azione della famiglia e l'azione dell'allievo. Pertanto il coordinatore di classe incontrerà i genitori per illustrare la proposta del PDP avanzata dal C.d.C. I genitori apponendo la firma accettano e condividono il PDP. Lo stesso sarà quindi protocollato.

Valutazione intermedia e finale:

Nel corso di attuazione del PDP saranno effettuati monitoraggi della situazione globale e dell'efficacia delle scelte attuate. Monitoraggi e verifiche riguarderanno anche i singoli casi e forniranno utili informazioni sugli interventi attivati a differenti livelli (metodologia didattica utilizzata dal C.d.C.; interventi di recupero e sportelli; altri progetti d’Istituto …).

ANNOTAZIONI

La redazione del PDP  è un atto di collegialità e corresponsabilità.    

Ogni decisione scritta nel documento va applicata.

Se l’alunno si rifiuta di utilizzare gli strumenti compensativi stabiliti (computer, calcolatrice…), occorre far dichiarare per iscritto alla famiglia che l’alunno non vuole avvalersi degli ausili compensativi; la scelta dello studente, confermata dai genitori, deve essere verbalizzata dal Consiglio di Classe.(se la situazione lo permette) Sulla verifica scritta dell’alunno con DSA si annotano gli strumenti compensativi, come per esempio “usa mappe e schemi”, “tempi più lunghi concessi per la prova scritta” o le misure dispensative riportate nel PDP.(se la situazione lo permette) Per le verifiche orali si verbalizza sul registro elettronico, nella parte non visibile alle famiglie, l’adozione delle misure compensative: “verifica programmata”; “usa mappe e schemi…”

 

10. VALUTAZIONE ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

10.a.Valutazione alunni con DSA

Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive degli alunni; a tal fine, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove d'esame, sono adottati gli strumenti compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove (legge 30 ottobre 2008, numero 179 art 10). La valutazione è personalizzata tenuto conto dei disturbi specifici e dei livelli di partenza. Oggetto di valutazione è il percorso effettuato e non i livelli di appartenenza: ogni studente verrà valutato in base ai progressi acquisiti, all’impegno, alle conoscenze apprese e alle strategie operate. (Regolamento valutazione, C.M. del 13 marzo 2009 Schema di regolamento concernente “Coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del D.L. n° 137 del 1/09/2008, convertito con modificazioni dalla L. n° 169 del 30/10/2008”, art. 10). I criteri, le modalità di verifica e la valutazione sono espressione di un’azione condivisa e sinergica dell’intero Consiglio di Classe e devono essere definiti in dettaglio nel PDP. Tuttavia, nel rispetto dello spirito e della lettera della normativa, si rammentano le seguenti indicazioni generali:

 

10.b. modalità di verifica:

  • Prove scritte con tempi di esecuzione più lunghi o ripartiti
  • Prove scritte più brevi con obiettivi equipollenti
  • Prove scritte con esercizi a scelta multipla, vero/falso, a completamento
  • Prove scritte con domande esplicite, preferibilmente chiuse
  • Verifiche orali programmate su contenuti specifici, guidate con domande esplicite
  • Compensazione di prove scritte con prove orali
  • Uso di mediatori didattici durante le prove scritte e orali (mappe mentali, mappe cognitive..)
  • Eventuali prove informatizzate

 

10.c. modalità di valutazione:

  • Valutazioni più attente alle conoscenze a alle competenze di analisi, sintesi e collegamento che alla correttezza formale
  • Attenzione alle competenze più che alla forma
  • Attenzione ai processi più che al “prodotto” elaborato
  • Valutazioni dei progressi in itinere, tenendo conto dei livelli di partenza
  • Valutazioni degli apprendimenti, cioè di quello che l’alunno ha effettivamente imparato

 

10.d. Esami di Stato 

  • Il Consiglio di classe, con il supporto dei Referenti per i BES d’Istituto, predispone l’Allegato Riservato al Documento del 15 maggio ai sensi del D.P.R. 23 luglio 1998 n. 323 5 comma 2. per la Commissione degli Esami di Stato
  • L’Allegato Riservato deve riportare in forma sintetica
  • I dati e la diagnosi registrati nel PDP;
  • Le difficoltà specifiche correlate al DSA;
  • Gli strumenti compensativi utilizzati dallo studente durante il percorso scolastico;
  • Le strategie metodologico-didattiche e gli interventi di personalizzazione attuate; le misure dispensative adottate dai docenti e i criteri di verifica personalizzate per la valutazione .
  • Le indicazioni per lo svolgimento delle prove scritte e orali del candidato a conclusione del Secondo Ciclo d’istruzione, come da normativa di riferimento.

In sede di Esame di Stato la dispensa dalle prove scritte in lingua straniera non preclude il rilascio del Diploma di Maturità:

nel diploma finale non viene fatta menzione dell'impiego degli strumenti compensativi e della dispensa dalla prova scritta di lingua straniera.

In sede di Esame di Stato l’esonero dalla lingua straniera comporta un percorso differenziato e preclude il rilascio del Diploma:

  • lo studente ha diritto a un “Attestato di Credito Formativo”;
  • il riferimento all’effettuazione delle prove differenziate è indicato solo nella attestazione e non nelle tabelle affisse all'albo dell'istituto.

 

10.e .  Valutazione degli alunni con altri BES secondo la Dir. Min. 27.12.2012 e l’ O.M. n.8/2013

Non sono previste dalla normativa particolari modalità di verifica e valutazione degli alunni per i quali consiglio di classe abbia deciso di stilare un PDP. Risulta evidente l’opportunità di aver definito gli obiettivi irrinunciabili ed essenziali di ogni materia, per poter valutare la congruenza del percorso dell’alunno con quello della classe e quindi la possibilità del passaggio alla classe successiva. Il punto di riferimento è sempre il PDP, se elaborato. Per tutte le tipologie di BES, ci si attiene alle OO. MM. e alle CC.MM. riguardanti lo svolgimento degli esami di Stato e le Prove INVALSI, emanate nell’anno scolastico di riferimento.

 

10.f. Valutazione alunni stranieri

 In attuazione delle più recenti innovazioni introdotte dalla normativa, le verifiche “intermedie e le valutazioni periodiche e finali sul rendimento scolastico devono essere coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti dal piano dell’offerta formativa” (Art. 1, c. 4, Regolamento sulla valutazione DPR 122/2009) e, nello specifico, dal piano di studio personalizzato elaborato dal C.d.C per gestire sia la fase di accoglienza, sia quella di accompagnamento allo studio. Durante la fase di avvio allo studio, la valutazione sarà prevalentemente di tipo formativo. Nella successiva fase di accompagnamento allo studio, la valutazione  avverrà tenendo conto della semplificazione e facilitazione compiuta dai docenti del CdC.

Nota sullo svolgimento delle prove INVALSI

Si fa riferimento alla Nota congiunta Miur-Invalsi che viene emanata tutti gli anni prima dello svolgimento delle prove.

Allegati

Progetto per alunni con disabilita’.pdf

Relazione attività.docx

Progetto formativo.docx

PEI.docx

Progetto alternanaza scuola lavoro.docx

Assenso alla valutazione.docx

Griglia.docx